L’arte-terapia, cos’è, per chi, lo scopo

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Fin da tempi antichi, e nella Grecia antica si sapeva già, è risaputo che l’arte ha un effetto catartico e terapeutico per chi la esercita.

All’inizio del XX° secolo, lo psichiatra svizzero Carl G. Jung aveva sperimentato i benefici dell’esprimersi tramite il disegno. E aveva perciò integrato questo approccio, nella sua pratica terapeutica.

Il concetto moderno di arte-terapia è nato però solo verso il 1930, dapprima nei Paesi anglosassoni (Inghilterra e Stati Uniti) e poi in Canada, dove, oggi, ha già un riconoscimento come Professione.
In Europa, invece, il concetto di arte-terapia è molto recente e il percorso di riconoscimento da parte dei Servizi sanitari pubblici è appena all’inizio.

Ma cos’è l’arte-terapia? Per chi è e quali sono i suoi effetti sulla salute e nella vita sociale?

In questo articolo non pretendo parlare di arte-terapia in modo approfondito ma solo accennare alle potenzialità terapeutiche del “fare arte”.

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Il mestiere del gallerista

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Chi è il gallerista?

Di fatto é un commerciante d’arte; egli promuove e vende il lavoro degli artisti che sceglie di esporre. E prende generalmente il 40% – 50% sul prezzo delle opere esposte. Questa percentuale serve infatti a coprire le spese del lavoro effettuato: scelta delle opere, eventuale trasporto, spese di comunicazione (stampa, inviti, catalogo, organizzazione dell’inaugurazione, partecipazione a Fiere d’arte, cena tra artisti, ecc…). Il gallerista, inoltre, si prende cura delle opere esposte, e allo stesso modo le rispedisce con cura.

Egli funziona generalmente come un’impresa. Ed ha perciò qualità manageriali.

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