Che differenza fra artista e artigiano?

differenza fra artista e artigiano

Da quando lavoro in ambito artistico-artigianale sento discutere di questa spinosa (!) questione: qual è la differenza fra artista e artigiano?

In realtà, a mio parere, i due termini e le due professionalità si incrociano e possono avere molto in comune. Per esempio mi sento di dire che sia l’artista che l’artigiano possono essere mestieri manuali e creativi.

È curioso sapere che fino al Rinascimento, chiunque creava usando le proprie mani era un artigiano; il termine artista non esisteva e quindi anche pittori e scultori erano artigiani.

Ma alcuni criteri di differenza potrebbero esserci.

Che differenza fra artista e artigiano?

Quando abitavo in Francia, la “Maison des artistes”, ovvero l’organo francese più importante che si occupa della gestione fiscale, sociale e promozionale degli artisti, dava come differenza principale il numero di pezzi  prodotti “in serie”. Fino a 6 pezzi in serie, si è considerati artisti, oltre i sei pezzi, diventa una produzione in serie e artigianale.

Di fatto, quindi, secondo questo criterio, l’artista produce pochi “pezzi unici”, mentre l’artigiano produce in serie.

Molti artigiani però hanno abilità tali che i loro prodotti fatti a mano, oltre ad essere funzionali hanno un pregio estetico che dà un valore aggiunto all’Handmade. Magari sono oggetti simili ma mai identici perché il fare a mano non consente la riproduzione esatta, precisa e uguale di pezzi e non si tratterà mai di pezzi “in serie”.

Un altro criterio che potrebbe definire la differenza fra artista e artigiano è la funzionalità: il prodotto di un artigiano ha un valore funzionale e decorativo, l’artigiano risolve un problema pratico, come l’utilità o la robustezza di un oggetto mentre l’artista non ha un fine né pratico, né materiale, egli crea avendo come fine l’espressione della bellezza, le emozioni trasmesse, il cambiamento della società…

Oggi il fattore distintivo fra arte e artigianato è piuttosto il concetto creativo che sta dietro alla creazione; se per un artigiano, il risultato è il mestiere e l’oggetto creato, per l’artista, invece, ciò che conta è il concetto, l’idea che sta dietro alla creazione; ciò che conta non è tanto il risultato finale del processo creativo, l’oggetto, il quadro o l’opera creata, quanto invece il processo creativo e il percorso che c’è stato.

A livello accademico esiste inoltre una differenza tra “arti maggiori” e “arti minori”: le arti maggiori, secondo una definizione ormai obsoleta, sarebbero la pittura, la scultura e l’architettura mentre le arti minori o “arti applicate” sarebbero l’oreficeria, la ceramica, il mosaico e molte altre arti… In realtà secondo il criterio per cui l’opera d’arte deve “parlare” a chi la osserva e deve dimostrare di essere unica, insostituibile, ecco che una creazione artigianale può essere pienamente considerata opera d’arte, con una sua storia e un suo significato.

Mi piace concludere questo articolo con una citazione a San Francesco:

“Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista”.